LE PASSIONI SALVANO LA VITA AI VOSTRI FIGLI

Questo articolo non l’ho scritto io, lo ha scritto il mio amico Diego Alice e mi ha permesso di riportarlo perchè l’ho trovato molto interessante ed utile.
Qua si trova l’articolo originale:
https://www.facebook.com/notes/diego-alice/le-passioni-salvano-la-vita-ai-vostri-figli/1575589969123732

DUE SUICIDI IN DIECI GIORNI.

45 anni di vita, in due.
Un suggerimento.
PASSIONI.
Aiutate i vostri figli a trovare la loro passione, che sia uno sport, una futura professione, lo studio, o un’attività che comprenda entrambe le connessioni.
La passione si trasforma in valore, e il valore si trasforma in ragione di vita.
Ieri ho guardato dei documentari sulla droga, semplicemente perché ho cercato su youtube “l’how to” corretto per farsi le iniezioni ( terapia di anticoagulante per una flebite che mi sono meritato)
E Youtube mi ha suggerito per osmosi, anche un bel po’ di documentari sulla droga.
Raccapriccianti, letteralmente.
Con primi piani di mucose nasali demolite dalla coca, o peggio, se si tratta di soggetti recidivi da eroina, coca o acidi, si arriva alla devastazione assoluta di corpo e mente.
Quando hai una PASSIONE FORTE, uno scopo vero, anche se in quel contesto non sei il migliore, non ha importanza, ma quello scopo ti porta a essere affascinato dal tuo mondo, e a non cercare altro che energie, soluzioni, impegno incessante per migliorare.
Sei assorbito, a volte anche “stancato” dalla tua passione, ma se è unita a un amore, per un compagno di vita, o per la vita stessa, difficilmente cerchi altro.
In quel mondo, se per te, quel mondo è la “vita”, trovi tutto.
Conosco uomini di oltre 50 anni legati alle loro passioni come se fossero bambini, ed è meraviglioso, e ragazzini di 18 svuotati da ogni interesse.
Quindi la soluzione esiste, ma va fatto un gran lavoro, fin dai primi anni dell’adolescenza, per far si che questa stessa ragione venga identificata, alimentata, aiutata.
E molti di voi, in veste di genitori, sono bravi, molto, a farlo.
Altri sono pur sempre delle belle persone, ma complici condizioni complesse, faticano a incanalare i figli verso una passione.
Potrà apparire retorico, potrà essere banale o una soluzione parziale, ma con me ha funzionato.
Io guardai ormai 30 anni fa un film raccapricciante.
“Cristiana F, Noi, i ragazzi dello Zoo di Berlino.”
Un film tragico e drammatico, se lo vedi quando hai si e no 15 anni.
Ma utile, maledettamente, allo scopo.
Quello di schifarti, di allontanarti, di spaventarti da un universo raccapricciante.
La droga, tutta, so di essere molto molto radicale in tal senso, non deve essere posta in essere con messaggi “bonificati” e calmierati.
I marketeer della droga, ovvero gli esperti con tanto di lauree al soldo dei cartelli internazionali, vestono in abiti firmati e appaiono come perfetti manager “di non si sa bene” che ambito.
Sono menti preparate,sottili, pubblicitari del peggior male.
Cervelli sfruttati per capire cosa sia necessario fare con i ragazzi, per far si che vengano affascinati dall’acido, dal tiro di cocaina nel bagno del locale.
E’ facile farlo.
Perché quando hai 15 anni tuo padre rompe i coglioni e la madre spesso segue il padre.
Quanto meno è facile far credere ai ragazzi che la ribellione “artistica” o per meglio dire, dello stato mentale, è quello che serve per essere ganzi, essere “cool”.
Sono nascosti questi “signori” in completo nero, ma i loro messaggi emergono.
E non crediate che siano le canzoni “maledette”, le battute di spirito in un programma radiofonico, o i banali “match” che vengono accusati di essere messaggi che incitano alla droga, a essere effettivamente colpevoli.-
La minaccia e il messaggio sono più nascosti, ma emergono, ci sono e sono forti.
Uno fra tutti?
Si parla di “migdala”.
Si giustifica il gesto del “farsi”, magari una “tantum”, perché in tale azione si arriva secondo alcuni messaggeri, a dare “di più” in quello che “devi fare”.
Si inizia con il disagio, la scuola incasinata, la necessità di farsi forza per “provarci” con la bella della classe.
Sono realtà e in parallelo sono stronzate.
Perché un giovane, ma comunque e chiunque faccia la conoscenza delle delusioni, che tutti prima o dopo dobbiamo assorbire, deve comprendere che non c’è altra soluzione alla sofferenza, che il coraggio, e quello lo trovi dentro a una passione, o alla necessità di voler essere migliore del tuo compagno di banco o di gara, ma in modo pulito, o semplicemente che la vita è fatta di sconfitte, che sono la soglia alle poche vittorie che nella media ognuno di noi incontra.
Non essendoci scritto che siamo destinati a essere delle star, dobbiamo consapevolizzare che essere normali è meraviglioso, e trovare la soluzione alla normalità è la formula “base” per non cadere nella morsa delle dipendenze.
Si vive, cazzo, lo si deve fare.
Senza coca, senza anabolizzanti, senza stronzate.
Serve una ragione radicale di vita, serve trovarla, serve seguirla.
Nulla è retorico se ti salva la vita.
La droga, tutta, è la regina delle puttane.
Pochi istanti di piacere chimico, o artefatto, e per contrappasso, una vita intera gettata al macero.
La droga è merda, tutta, e come tale va posta e comunicata.
Le passioni salvano dalla droga, chisa banale, ma concreta, quanto vera.
Ora vi presento un “amico”, non lo conosco personalmente ma non posso negare di essermi legato molto al suo modo di porsi, a come agisce, ragione, pensa, parla.
E poi ama dipingere la pop art,, quindi è un fratello.
E’ un Poliziotto dell’antidroga di Milano, con la Maiuscola non a caso: Angelo Langè.
Ascoltatelo, nel link


d.a. Photo Credit: Fotolia.