Di bullismo si è parlato tantissimo, ne hanno sviscerato la psicologia, le forme, la famiglia d’origine.
Ormai sappiamo tutto, ma quando succede direttamente ai nostri figli entriamo in panico.
Una volta ho mandato Qui e Quo (i gemelli) ad un campo estivo e, da brava mammetta iper-ansiosa, li ho seguiti con la piccola Qua (la sorellina).
Me ne stavo a dovuta distanza sapendo che potevo intervenire qualora i ragazzi avessero avuto una crisi di nostalgia acuta: MAI ARRIVATA.
Un giorno sono andata a vedere una loro partita di pallanuoto, mi sono passati davanti con tutta la squadra e quando mi hanno visto sono corsi verso di me e, cercando di trattenere le lacrime, mi hanno detto che un loro compagno li aveva picchiati.
A queste parole nella mia mente avevo già raso al suolo l’intero campo estivo, appeso e torturato gli allenatori che non li avevano protetti e preso a pugni i genitori del bulletto violento.
Ovviamente tutto ciò non potevo realizzarlo, ma ciò che potevo fare era
- parlare con i ragazzi e spiegargli due cosucce
- scoprire il nome del mostriciattolo e mettere alla gogna i genitori
Ai bambini ho spiegato che i bulli esistono da sempre e sempre esisteranno, sono una pianta cattiva che non muore mai e che infesta l’universo da sempre.
Quando ne incontrano uno devono:
– averne pietà, 99 casi su 100 sono poverini che fanno agli altri quello che viene fatto loro a casa. A tale proposito suggerisco la lettura di questo libro “ascolta la tua ombra” di Marc Levy. E’ la storia di un bambino magico che riesce a rubare l’ombra della gente ed a capirne i lati nascosti.
– se i bulletti li prendono in giro possono andarsene senza controbattere o ridere con loro. L’autoironia è una grandissima arma (anche se non è facile possedere questa qualità).
Riuscire a farseli amici sarebbe il massimo per il principio del “tieni i tuoi amici vicino, ed i tuoi nemici ancora più vicino” (Sun Tzu)
– se i malefici alzano le mani, è giusto che si difendano. Gli ho cresciuti nel principio della “non violenza” ma hanno il diritto e dovere morale di proteggere se stessi e la loro famiglia.
Non devono menarli a sangue, ma schivare ed assettare un colpo ben riuscito che gli dia la possibilità di andarsene sani e salvi.
A tal proposito li ho iscritti a Kick boxing: para o schiva + atterra. Con questa mossa da maestro sono diventati più sicuri e sfogano contro i sacchi le loro frustrazioni quotidiane.
– farsene una ragione: i bulli esistono a tutte le età, non solo nell’infanzia. Troveranno bulli in ogni situazione della vita: scuola, famiglia, lavoro, anche se le forme di bullismo saranno di tipo diverso.
– nel dubbio su che strada seguire, possono sempre parlarne con me che parlo per esperienza. Quanto mi hanno preso in giro da piccola!
Quando sono riuscita a parlare con i genitori dello squilibrato mi sono accorta che la madre era una persona squisita, equilibrata e molto provata dalla gestione del piccolo serial killer.
Sfato così quel mito che vuole la famiglia dei bulli come una famiglia con grossi problemi, non è sempre così. A volte nascono mele marce da alberi sani.
Mediamente però ci sono genitori che pensano che il proprio figlio sia “solo un pò vivace”, non hanno capito che, in realtà, in casa loro vive il nuovo Hannibal Lecter!
Cechi? Ignoranti? Illusi? Secondo me sono solo poveracci che ne dovranno sopportare tante nella vita.